Là fuori un sacco di vecchie fotocamere sono abbandonate negli scantinati, sugli scaffali, nelle soffitte, mantenendo dentro di loro pellicole parzialmente esposte. Tanti altri negativi giacciono abbandonati, già sviluppati o ancorta da sviluppare, ma di certo dimenticati. Un sacco di ricordi sono in attesa di essere divulgati: forse vecchi di dieci anni, forse di un secolo , a colori o in bianco e nero, ma tutti meritano la luce. Questo è il campo di applicazione di questa bella attività: la ricerca dei negativi!
Alcune parole sulla tecnica
Sviluppare pellicole ritrovate non è tanto diverso dal farlo con quelle attuali ma è necessario prestare maggiore attenzione ai dettagli per impostare nel modo migliore il processo e non incorrere in errori fatali. Fondamentale è cercare di capire che tipo di pellicola si ha tra le mani, in particolar modo se bianco nero o colore e se positiva o negativa: questo influirà decisamente sui passi da intraprendere.
Pellicole Bianconero
Se la pellicola è bianconero generalmente non sussisteranno particolari problemi nello sviluppo anche con prodotti chimici moderni; tuttavia, il Rodinal esiste almeno da quando è stata prodotta la più vecchia pellicola in rullo che possiate trovare e risulta essere sempre una soluzione perseguibile, soprattutto in diluizione 1+100 ed agitazione stand; se si cerca in rete vecchi manuali tecnici o fogli informativi delle pellicole non sarà difficile trovare i tempi per lo sviluppo in Rodinal e da lì adattarli per tenere conto dell’età presunta dell’emulsione con la regola empirica dell’aumento del tempo di sviluppo del 10-15% per ogni decennio di età.
In alternativa, quando la pellicola che si ha fra le mani è una vecchia emulsione Ilford, buoni risultati si ottengono anche con X-Tol in diluizione stock, che consente di ridurre la grana rispetto al Rodinal: tenendo buona la necessità di aumentare i tempi in accordo con l'”anzianità” della pellicola, un buon punto di partenza con X-Tol sono i seguenti tempi:
- HP3 e HP4: 7,5 min
- FP3 e FP4: 6,5 min
Tuttavia, si deve tenere conto di un problema legato al tempo trascorso dalla ripresa: la progressiva velatura della pellicola che porta nel tempo alla riduzione del contrasto e del dettaglio; per ovviare, si consiglia spesso di utilizzare una piccola quantità di benzotriazolo da aggiungere al bagno di sviluppo. L’alternativa più semplice, che seguo da un paio di anni, è quella di sviluppare le pellicole, qualsiasi esse siano, in un bagno di HC-110 in diluizione B ad una temperatura di 18°C per un tempo di 7,5 min: una buona metà delle immagini che verranno qui mostrate sono state sviluppate con questo procedimento.
Pellicole colore
Nel caso di pellicole colore, non vi sono particolari problemi se non quelli dovuti al maggiore deterioramento a cui queste emulsioni sono soggette rispetto a quelle bianconero a patto che possano essere sviluppate nei comuni bagni C41.; l’unica accortezza che si consiglia è di abassare la temperatura a 30°C ed adeguarne di conseguenza i tempi.
Nel caso, invece, che la pellicola sia nata per uno sviluppo più vecchio come il C22, il procedimento si complica. Il C22 era il processo di sviluppo delle pellicole colore in uso prima della formulazione dell’attuale C41; si tratta di una procedura standard che necessitava di uno stretto controllo della temperatura (ancor più di oggi!) e prevedeva ben dieci passaggi prima di ottenere il negativo finale. I prodotti chimici non sono più commercializzati, anche se può capitare di trovare ancora un kit in polvere (io ne ho uno, ma non lo aprirò mai, credo) con un po’ di fortuna.
La strada migliore da percorrere, in questo caso, è di cercare di sviluppare l’immagine bianconero cercando di limitare l’invadenza della maschera colore. E’ importante ricordare che queste pellicole non sono compatibili con nessuno dei chimici C41. La prima pellicola C22 che mi sono trovato fra le mani, la sviluppai in Diafine, ottenendo tutte le immagini BN ma affette dalla consistente maschera colore (rossa); pensai quindi di eliminarla utilizzando la sbianca del C41 e il risultato finale fu emulsione separata e negativo completamente trasparente e bagno di sbianca da cestinare!
L’incompatibilità è, ho scoperto poi, abbastanza nota e porta proprio al distacco dell’emulsione dal supporto, o meglio alla rimozione dell’argento. Ma con un secondo tentativo usando il fissaggio del C41 separato dalla sbianca, invece, ho verificato che il risultato si ottiene.
Le alternative che ho intrapreso per sviluppare questi negativi sono due:
- Sviluppo stand (1 ora a 1+100) in Rodinal, a temperatura 24° C
- Sviluppo con ID-11 stock da 9 a 11 minuti a 20° C
Entrambe le opzioni permettono di alleviare l’invadenza della maschera colore e creano dei negativi per lo meno scansionabili. Lo sviluppo con Rodinal stand produce un negativo che si riesce anche a portare su carta ma l’immagine appare più piatta rispetto allo sviluppo con ID-11. Potenzialmente, in ogni caso, qualunque rivelatore bianconero produce un’immagine.
Pellicole invertibili e Kodachrome
Per le invertibili vale quanto detto per i negativi colore: nessun problema se progettate per lo sviluppo in E6, complicazioni se invece nate per essere trattate in E4; fino ad oggi, non ho mai avuto l’occasione di trovare una pellicola E4.
Per le Kodachrome, che venivano sviluppate con il processo K14, l’unica alternativa che garantisce risultati è il trattamento con chimici bianconero (Rodinal stand in primis) visto che l’emulsione è, per sua natura, in bianconero.
Chi siamo
Nessuno sa chi siamo, noi siamo i creatori di questi ricordi dimenticati a lungo. Forse c’è la possibilità che alcuni di noi possano finalmente ottenere un nome: se si può aiutare su questo, si prega di inviare una e-mail a ifp@italianfilmphotography.it
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